Questo è uno di quei post un po’ vintage e un po’ non vintage, anche se sì, è soprattutto vintage. E la butto subito qua: ve lo ricordate mIRC?
Mi si sono rotte le cuffiette e ho contattato l’assistenza per capire se buttarle o dare loro una speranza. Ci ho provato via mail, ci ho provato telefonicamente e poi con la chat un tizio mi ha risposto e mi ha aiutato fino a quanto non mi ha chiesto il numero seriale degli auricolari che si trova sul retro della scatola, scatola buttata circa un anno e mezzo fa, lo stesso giorno in cui Amazon mi ha consegnato gli auricolari di cui sopra.
Comunque auricolari e scatole non sono il tema di questo post. Il tema sono le chat. Dopo avere letto la parola “chat” mi sono detta “ma tu te lo ricordi mIRC?”.
Avevo 18 anni è andavo con degli amici in un’aula studio del dipartimento di Chimica a Catania, qui tutti i pc erano collegati a internet e, non essendoci alcun controllo, erano tutti connessi a Mirc. La “stanza” si chiamava Etna e, 24 anni fa, dalla virtualità uscivamo facendo i “raduni”.
Con ICQ non è mai stato amore, almeno per me, ma MSN mi ha tenuto in contatto con casa quando vivevo a Torino. In redazione al giornale La Stampa ho avuto i “brividi” quando una notifica mi diceva che mia mamma voleva chattare con me, ed era tipo il 2005, e lei è sempre stata un sacco avanti.
Oggi le chat sono Whatsapp, Facebook e anche Telegram e ci fanno fare un sacco di cose in più, ma le fila le prendono sempre da lì mIRC.
Volevo scaricarlo, e ho scoperto che stavolta il mondo è tutto al rovescio e che mIRC e Mac hanno qualche problema di comunicazione, insuperabile almeno per quanto mi riguarda. Ma ho ripensato a quelle notti passate a chiacchierare con sconosciuti che sono rimasti amici, con i quali ci siamo avventurati insieme in un mondo che era più vicino ad oggi di quanto non potesse sembrare allora.
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