Come sarà la comunicazione del futuro? Qualche giorno fa leggevo un articolo, da qualche parte, che spiegava come i giornali di carta potrebbero combattere la crisi di copie eliminando la loro versione digitale e “costringendo” i loro lettori a seguirli acquistando il mezzo che al momento piange molto. E’ una bella provocazione!
Il punto è che sta succedendo qualcosa e sta succedendo sempre più velocemente. Oggi tutti fanno comunicazione. Ci sono persone che fanno personal branding molto meglio di come aziende potrebbero gestire la sua immagine; le campagne su Facebook non sono più delle cose misteriose; e le app che abbiamo sui cellulari ti permettono di avere un ufficio stampa nella tasca. Tutto cambia, tutto si evolve, tutto si velocizza, e mai bisogna rilassarsi.
Ci sono personaggi, uno per tutti Mark Zuckerberg che credono che presto utilizzeremo la telepatia sul suo Facebook. Cioè parleremo direttamente con il suo server per dirgli che cosa fare. Non lo so se mi ci vedo a strizzare gli occhi, concentrata, mentre spulcio i profili Facebook delle persone magari camminando per strada. Mi vedo già incidentata contro qualche palo.
Probabilmente un giorno attaccherò la chiavetta usb che è installata nel mio dito indice a quella di qualcun altro, decidendo di passargli un file piuttosto che un altro, e questo potrà andare bene per passare un comunicato stampa o anche solo per fare conoscere un pezzo della propria vita. Certo il contatto potrebbe essere inutile visto che saremo invasi dalle reti wireless.
Tra quanto diremo definitivamente addio al fax? Spreca un sacco di carta e le caselle di posta pec sono molto più sicure (il nostro, qui, funziona un giorno si e tre no).
E le stampanti 3D magari potrebbero avere utilizzi nel quotidiano proprio per scambiarsi delle informazioni, dei prodotti e cose di altro tipo.
Tutto sarebbe facilitato, o complicato, a seconda dei punti di vista.
Di certo è che quando parlo di futuro della comunicazione non voglio solo scherzare riguardo il supporto sul quale scriveremo o non scriveremo il nostro comunicato stampa. E’ che qualche giorno fa ho parlato con una persona e alla fine della serata, quando gli ho chiesto cosa facesse, mi ha risposto “più o meno quello che fai tu, solo che io non ho studiato, non ho preso una specializzazione e mi faccio pagare più di quanto non faccia tu”. Questa cosa mi ha inquietato. Mi ha inquietato perché io posso stare ore e ore a spiegare che affidarsi alla professionalità di una persona fa la differenza, ma dove si acquisisce la professionalità? E’ certo che non si acquisisce sui banchi di scuola, ma sul campo. Ma il campo qual è? E’ sempre più difficile delimitarlo, forse quasi impossibile.
Cerchiamo tutti i giorni ti tenerci al passo con le novità, ma le novità corrono ad una velocità così incredibile che dopo qualche tempo diventano già vintage.
Mari