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Come annoiarsi in un’agenzia di comunicazione che ha un telefono che squilla e che porta dentro il nostro ufficio le richieste più strane? No, Karma Communication è una fonte inesauribile di divertimento.
Prendete me che, in una mattina in cui cerco di stare dietro ad un milione di cose, continuo a guardare l’orologio che mi mette ansia perché entro un’ora devo essere fuori dall’ufficio. Poi ad un certo punto il telefono suona davvero, mi alzo e corro nell’altra stanza perché nel frattempo lo avevo rimesso a ricaricare, rispondo “pronto” e dall’altra parte una voce di giovane donna mi dice “io non lo so se mi potete aiutare, ma lei chi è”.
Ecco, quando qui da Karma Communication arrivano queste telefonate è chiaro subito una cosa: non finiranno a niente se non, come direbbe mio padre, a tre tubi.
La giovane donna, che ovviamente non ha nemmeno cercato di inventarsi un nome al mio “con chi parlo?” (io mi inventerei un nome in questi casi, solo per essere simpatica e gentile), è andata dritta al sodo “devo stampare dei cartelloni pubblicitari, ma guardando cosa fate su internet non è che ho capito se vuoi avete una stampante”. In questi casi il segreto per evitare di ridere è tirare un bel sospiro, rilassarsi e rispondere “no, noi non abbiamo una stampante così grande, ne abbiamo una per fogli A4, se vuole possiamo però disegnare la sua pubblicità”. Proposta inutile, come sarebbe inutile proporre a Newton di mangiare un pezzo di melograno. Ma la giovane signora ci ha provato “vede, io da due giorni cerco qualcuno che si occupi di affissioni, ma non riesco a trovare nessuno su Google”. Per la serie “ci voglio provare lo stesso”, dico alla signora “se vuole ce ne possiamo occupare noi”. Non ho nemmeno concluso la frase che lei già si informava “ma sarebbe gratis?”. A me questa domanda mi stanca. Alla mia risposta “si tratta di una consulenza e non è gratis” la sua risposta è stata “ma le faccio perdere due minuti al telefono!”. La telefonata si è conclusa con un mio “signora la saluto che ho molte cose da fare stamattina”.
No comment, giusto?
Mari