Karma Communication - #iorestoacasa...e faccio la mamma

#iorestoacasa…e faccio la mamma

Da martedì scorso (10 marzo 2020) la mia vita è cambiata drasticamente, anche se la settimana precedente avevo già adottato, di mia spontanea volontà, misure di contenimento, limitando gli spostamenti a casa-lavoro e lavoro-casa. Quel martedì, alla fine di una giornata di lavoro, il boss ci ha comunicato che dall’indomani avremmo lavorato da casa. Saggia decisione – ho pensato.

Bene, detto, fatto. Peccato non aver considerato che quelle 24 ore chiusa in casa, le avrei condivise con mia figlia Anita di 7 anni.

Siamo passate dal “non avere tempo” all’ “avere troppo tempo”.

Ecco che allora, oltre al lavoro sono diventata cuoca, colf, baby sitter, maestra, parrucchiera, estetista, compagnetta di giochi e insegnante di ginnastica.

Abbiamo costruito una nuova routine fatta di lavoro, cibo, compiti, cibo, un po’ di moto (rigorosamente in casa), cibo, qualche film, cibo.

Devo dire un grazie speciale, per impegnare la maggior parte del nostro tempo, alle maestre che ci danno esercizi così complicati che secondo me vogliono usare il virus per trasformarci tutti in scienziati. La chat di classe ribolle di genitori disperati che sanno a malapena fare le addizioni.

Solo chi non ha figli può pensare che lo smart working – inteso come lavoro da casa – sia l’ideale per un genitore. Sì, con un po’ di allenamento è possibile lavorare mentre si ripete la tabellina dell’8 o farsi venire un’idea brillante mentre si gioca con le Barbie, ma qualsiasi attività che richieda una concentrazione superiore ai 15 minuti è compromessa. Ecco cosa succede se una telefonata di lavoro si protrae per più di 30 secondi: “Mamma mi metti Sky? Mamma ho sete! Mamma mi fai la treccia? Mamma? Mamma? Mammaaaaaaaaaaaaaa!!!”

Mi spiace, ma è vero quello che tutti i genitori dicono: andiamo a lavorare per riposarci.

Ironia a parte, mi sto godendo mia figlia come non facevo da tempo per la vita frenetica che abbiamo sempre condotto, dopo 5 giorni di “arresti domiciliari” posso dire in tutta sincerità che mi manca andare in ufficio, mi manca l’alzarmi alle 6 di mattina, mi manca il traffico cittadino ma soprattutto mi manca il portare Anita a scuola ;D

Roberta