Da qualche giorno anche il nostro ufficio è stato “investito” dalle problematiche che riguardano la raccolta differenziata. Non che Karma Communication non differenziasse già da tempo, ma adesso, con l’arrivo dei cassonetti che ci ha consegnato il Comune di Catania le cose sono cambiate e non poco.
Tanto per cominciare la cucina si è trasformata per accogliere tutti i cestini colorati che ci hanno dato, ma questo è stato il problema minore.
Poi è iniziata una fase di terrore, annunciata da una mia email con cui informavo tutti del fatto e che suonava più o meno così: “se sbagliate a buttare una cosa in un cassonetto sbagliato si abbatterà su di voi una punizione divina”.
Bene, per la prima settimana si è instaurato il regime del terrore. Perché se la carta è carta, la plastica è plastica e il vetro è il vetro, dove vanno messe per esempio le cialde del caffè usate? Oppure: che bisogna fare con i bicchieri di plastica? E ancora: bisogna lavarli prima di buttarli nel loro contenitore (che nel frattempo abbiamo scoperto essere proprio quello della plastica)? Il cartone della pizza? Il brick da dove abbiamo bevuto il succo di frutta?
Potrei andare avanti per ore ad elencare tutti gli esempi che si sono palesati davanti ai nostri occhi dallo scorso 15 febbraio.
Così intanto chi produce immondizia, a meno che non si tratti di organico, se la tiene vicino per un po’, la guarda quasi a domandare “che cosa devo fare di te?” per poi decidersi ad andare fino al contenitore.
E’ capitato anche a voi di reagire così alla raccolta differenziata?
Mari