Che Newton si ribellasse al suo status di mascotte era successo già qualche anno fa. Lo stronzetto, in sogno, voleva essere messo in regola per tutto il bene e il male che determinava in ufficio. All’epoca non se n’era fatto niente, ma solo perché non mi ero svegliata in tempo.
Cornewton mi ha parlato di nuovo. Sempre in sogno ovviamente e forse perché è lì che riesce ad essere il mio perfetto grillo parlante.
Avete presente il cielo in una stanza? Ora vi spiego.
Eravamo io e lui in ufficio. Io seduta alla scrivania, con milioni di fogli con milioni di cose da fare, lui sulla poltrona ad aspettare la parola fine per una giornata infinita. Ad un certo punto si è messo in piedi, sì proprio in piedi, e con la sua zampetta destra ha cominciato a toccare le pareti, e queste sono cadute una ad una per lasciare spazio ad un posto che io e lui conosciamo molto bene: la spiaggia di Costa dell’Ambra in un giorno di acqua super piatta, senza vento e senza nemmeno umani.
Dell’ufficio non era rimasto quasi niente, fatta eccezione per la scrivania e i fogli.
Si caro il mio Cornewton, il messaggio l’ho ricevuto forte e chiaro.