Noi ti cerchiamo sempre nelle cose che scriviamo. Sappiamo che ci sei, ma che non vuoi farti vedere, che ti mimetizzi tra le altre parole, che ti nascondi così bene che a volte trovarti è più difficile del mettersi alla ricerca del famoso ago in un pagliaio, e quindi abbiamo pensato a delle strategie per darti la caccia e sì, eliminarti. A chi ti lascia qua e là sul testo generi non poca ansia, per chi ti legge e non ti ha scritto, ammettiamolo senza vergogna, sembri un vero e proprio trofeo per potere subito scrivere “ho segnato i tuoi errori di grammatica in rosso, vanno corretti”.
Più cose si scrivono più è difficile non lasciare qualche refuso sul tragitto che ci porta alla costruzione di un testo, questo è un dato di fatto. Per molti il refuso è sintomi di ignoranza (eh sì) o di superficialità, e in alcuni casi queste considerazioni ci possono pure stare, ma la verità è che la stanchezza a volte fa brutti scherzi. Rileggere e rileggere non è la soluzione, perché noi stesse lettura dopo lettura non riusciamo a trovare l’errore, quello che invece becca subito la persona alla quale spediamo o facciamo leggere il testo definitivo. Una lettera doppia dove non ci sta, una maiuscola che è diventata minuscola, uno spazio di troppo o uno spazio in meno, una lettera che manca e a volte anche veri e propri errori di grammatica. Chi scrive questi errori non li vede mica più. Il cervello gioca brutti scherzi e andare di fretta, per la famosa ansia da consegna, non aiuta certamente.
Esistono delle strategie uccidi refuso e quindi salvavita. Quali?
1) Fare le cose con calma e non all’ultimo secondo, per rileggere quando è il momento di farlo
2) Chiedere a qualcuno di rileggere la bozza, un occhio e una mente fresca sono necessari
3) Non fidarsi dei correttori automatici, vanno considerati i nemici numeri uno
4) Leggere a voce alta, per avere il tempo di scandire le parole
E voi, che rapporto avete con i refusi?