Vacanze fuori stagione. Era qualcosa che avevo del tutto dimenticato. Oppure, diciamo meglio che avevo proprio dimenticato cosa fosse una vacanza. L’ultima vera risaliva al 2019, ma in questo lasso di tempo le cose sono cambiate così tanto che anche la definizione stessa di “vacanza” è mutata radicalmente.
Ho preso un volo, anzi tre, e sono finita a 6270 chilometri da casa, portando l’orologio avanti di tre ore e avendo accesso ad internet solo qualche ora al giorno e ad una velocità che mi ha ricordato i modem 56k. Sono sopravvissuta e sono sopravvissuta bene.
Devo ammettere però che non ho preso benissimo fin da subito il fatto che il mio telefono non brillasse per le notifiche, e nemmeno che non potessi sapere nel dettaglio cosa succedeva nell’ufficio di Karma Communication. Ma ho scoperto due cose, anzi tre:
1) perdersi un paio (o centinaia) di notifiche durante il giorno non ti rende una persona peggiore;
2) Karma Communication è una squadra e sa trarre forza dal gruppo, anche quando manca qualche pezzo, qualunque esso sia;
3) pensare a cosa succede in ufficio, quando nuoti nell’acqua trasparente delle Seychelles, significa che stai facendo qualcosa di sbagliato.
Questa vacanza, quasi da digital detox, mi ha restituito tante cose, a cominciare dall’abbronzatura certamente, passando per la serenità con cui affronto le cose da una settimana a questa parte e dal buon proposito di rispettare un ritmo tutto nuovo in ognuna delle mie giornate.