Prima delle vacanze qui in agenzia abbiamo fatto un lavoretto per un amico.
C’era da impostare il layout di una roba e, prima di iniziare, gli ho chiesto “hai un logo?”. La risposta è stata “certo”. Bene, il logo me lo ha mandato, su whatsapp, qualche minuto dopo.
A farmi credere che non fosse esattamente il suo logo non è stato tanto il fatto che era evidente che fosse uno screenshot fatto dal telefonino, c’era pure l’orario in cui era stato fatto lo scatto, non era nemmeno il fatto che in alto a destra ci fosse la X che indica la possibilità di chiudere quella determinata pagina, ma diciamo che era decisamente il fatto che sopra il “suo” logo ci fosse un watermark grande come una casa.
“Ma è tuo questo logo?” gli ho chiesto.
“Certo” mi ha risposto.
“Dove lo hai preso?” ho richiesto.
“Scaricato adesso da internet”.
Ho riso un sacco e la cosa che mi ha fatto ridere un sacco è stata che per lui non solo non c’era assolutamente nulla di strano a prendere una cosa da internet e considerarla propria (in fondo lo fa così tanta gente, perché lui no?), ma mi sono scassata dalle risate per il fatto che a lui, quel logo, andava bene con il watermark sopra.
La storia ha un lieto fine, perché noi gli abbiamo fatto un loghetto, che potesse utilizzare per bene, non solo per le cose che avremmo fatto noi, ma anche per quelle future che avrebbe dovuto fare. Ma soprattutto lui si è convinto del mio “non lo fare più”. Ha promesso.
Mari