Le mie vacanze sono state rigeneranti. Dopo anni di pause brevissime, questo agosto sono riuscita a stare ferma, o quasi, per due settimane intere.
In realtà le primissime ore del mattino (grazie ad un nipote urlante e ad un cane abbaiante) le ho passate lavorando (l’ufficio di Karma Communication è mobilissimo), ma poi sono riuscita a godere della compagnia della mia famiglia, dei miei amici, nei posti che più mi piacciono.
Sono rimasta in Sicilia. Perché andarsene da questa terra se ha sempre cose diverse da offrirti? Siamo gente fortunata noi siciliani. Viviamo in un posto che è ricco di cose da vedere, un “lunapark” a cielo aperto per tutte le bellezze naturalistiche e storiche che la popolano, con un fattore umano di quelli che è difficile trovare nel resto del mondo, di quelli che attirano migliaia e migliaia di turisti ogni giorno.
Così sono andata alla scoperta di alcuni angoli che ci invidiano e, per qualche settimana, ho considerato noi la terraferma e loro (il resto del mondo), un’isola distante, con una popolazione che per raggiungerci deve compiere un lungo viaggio.
Passando dalla Scala dei Turchi, ho scoperto la riserva di Torre Salsa con altre scogliere bianche, meno blasonate di quelle di Realmonte, ma altrettanto belle. Ho visitato la Valle dei Templi al tramonto, rimanendo indecisa su un punto: i templi sono più belli di giorno o di notte? Sono tornata in un posto che mi piace moltissimo, Scopello e da lì ho fatto dei bagni in alcune delle calette più suggestive della costa. Adesso il mio obiettivo, è quello di visitare a piedi, da cima a fondo, la Riserva dello Zingaro ( si cercano adepti). Sono stata a Castel di Tusa e ho soggiornato all’Atelier sul Mare di Antonio Presti, alla scoperta di Fiumara d’Arte, quel museo a cielo aperto che si arricchisce anno dopo anno di un pezzo nuovo. Poi sono tornata a casa e ho passato altro tempo nel siracusano, facendo la spola tra Pachino, Marzamemi, Marina di Ragusa, Ragusa Ibla, per rifarmi gli occhi e riempirmi il cuore della bellezza di questi luoghi.
Giusto per campanilismo: ho passato anche delle giornate bellissime nella mia Catania, della quale adoro il blu del mare profondo grazie a quei fondali di pietra lavica che non ci sono da nessuna altra parte del mondo.
Viviamo in una terra bellissima. C’è molto che funziona, c’è troppo che non funziona. Quello che funziona, ingiustamente, sorprende, quello che non funziona, fa dire a loro, il resto del mondo, “sono siciliani” e lascia a noi un sapore amaro in bocca.
Anche qui dovremmo volerci un po’ più bene e dovrebbero volercene di più quelli che ci amministrano. Ho visto cumuli di bellezza accanto a cumuli di spazzatura, ho visto mare limpido e spiagge inzozzate da chi non ha pensato di portarsi a casa neanche le cicche delle sigarette, figuriamoci la plastica delle bottiglie, ho visto palazzi storici bellissimi e graffiti che li hanno sfigurati. Ho visto chilometri di costa non balneabile. E ancora, ho visto siciliani fare spallucce, su problemi annosi che ci riguardano, dal trasporto, alla pulizia, gli incendi, e tanto altro…
Non dobbiamo fare spallucce, dobbiamo rimboccarci le maniche.
Io nonostante tutto la Sicilia la amo, e da queste due settimane di vacanza sono tornata con un buon proposito, fare qualcosa per non essere una di quelli che prende dalla sua terra senza darle niente in cambio.
Ho un nuovo progetto e questa è la cosa più bella che, questa isola in cui sono felice di vivere, mi ha regalato in queste settimane di pausa.
Mari