Avete presente quando passate davanti ad un qualsiasi posto e fate finta di non vedere quella persona che dovreste salutare? Oppure ancora quando in casa avete una pila di roba da stirare e davanti a quella pila ci passate e ripassate ignorandola? In entrambi i casi siete ben coscienti della “presenza”, ma fate finta di niente.
Ecco, succede in tutti i campi e ci sono giorni in cui di fare quello che devo fare proprio non ne ho voglia. Ci sono cose banalissime che rimando per giorni, faccio finta di non leggerle sulla mia to do list, le rinomino, mi dico che sono così semplici che tanto potrei metterci due minuti a farle, faccio finta di non avere ricevuto una mail piuttosto che un’altra e cose così. Capita a tutti.
Il verbo perfetto per questo atteggiamento è uno: procrastinare.
Forse “procrastinare” è uno dei miei verbi preferiti, ma poi ci sono dei momenti in cui recupero tutto tutto. Ovviamente c’è un modo per fare sì che questo atteggiamento non porti all’autodistruzione e penso che la considerazione possa valere per tutti.
Innanzitutto bisogna mettere in pratica la parola condivisione. Non parlo di social network, mica tutto quello che facciamo nella vita lo dobbiamo raccontare in giro. Certamente non è una buona pratica in fatto di lavoro. Ma visto che qui, a Karma Communication, raramente siamo soli con noi stessi, è bene raccontare agli altri quello che stiamo facendo. E mica possiamo raccontare di essere sempre allo stesso punto, è bene tenere aggiornati tutti sui progressi che riguardano le proprie task.
Altra soluzione è imporsi delle scadenze, ma delle scadenze che siano realistiche. E’ da quando ho cominciato a lavorare nei giornali che ho cominciato a capire che esistono scadenze vere e scadenze che sono messe la tanto per dire che ci sono, per i non addetti ai lavori diciamo, solo che all’inizio le fanno valere anche per i nuovi arrivati. Un settimanale non ti chiede mai la consegna il giorno in cui le cose devono essere impaginate; stessa cosa per qualsiasi altro periodico. E’ normale, se no la gente arriverebbe tutta all’ultimo minuto. Il punto è però che psicologicamente mi sono adattata all’idea che esistono scadenze che possono essere disattese e scadenze che non possono essere ulteriormente procrastinate. Geni del male.
Ma la soluzione principale non sta nelle scadenze vere e nello spauracchio che queste passino senza che noi le abbiamo rispettare. Saremmo degli irresponsabili e, non lo siamo. Il punto è che bisogna eliminare tutte le distrazioni quando c’è da lavorare davvero, e torniamo sempre là. I social sono la nostra più grande distrazione, ed è social anche quello che apparentemente non lo sembra. I social non sono il male, ma potrebbero diventarlo se ci fanno perdere troppo tempo.
Quindi ragazzi, non c’è nulla da fare, una cosa che si deve fare si deve fare e basta ed è inutile rimandarla di giorno in giorno, poi alla fine le cose si accumulano e se è vero che molti lavorano meglio sotto stress, è anche vero che in tranquillità si evitano gli errori.
Mari